Mizmor - Yodh

I. Woe Regains My Substance (13:38)
II. A Semblance Waning (11:35)
III. The Serpent Eats its Tail (14:39)
IV. Inertia, an Ill Compeller (10:54)
V. Bask in the Lingering (10:37)
“Le mie forze creative sono state ridotte ad un’irrequieta indolenza. Non ho fantasia, nessun sentimento per la natura, e leggere mi è diventato ripugnante. Quando siamo derubati di noi stessi, siamo derubati di tutto!” ~cit. Johann Wolfgang Goethe
L’ album di oggi viene introdotto con la depressione, perché è proprio questo il concept dietro tutto: una vita vissuta nell’ ostilità e posseduta dai mali peggiori di cui l’ uomo possa soffrire: la depressione.
 Questo concetto è rafforzato da una copertina macabra e malata creata da Zdzisław Beksiński e soprattutto dal corposo lavoro musicale della one band man "מזמור", o meglio dire "MIZMOR", con il suo "YODH". Mizmor attraverso le cinque tracce che è possibile ascoltare ci imprigiona in un doom black classico, ma è grazie alle influenze drone che si può ascoltare un suono piuttosto sporco ma che riesce a donare un tocco di "claustrofobia". Se da una parte troviamo un sound così lento e opprimente, dall’ altro troviamo tutto l’ opposto: un sound che ci porta in posti più aperti ma comunque desolati, con un senso di angoscia che lascia presagire il peggio, grazie a "brevi" introduzioni o intermezzi di chitarra acustica. Fino ad ora, abbiamo parlato della strumentale, che fa un buonissimo lavoro.
La voce è la protagonista indiscussa, in quanto essendo tipicamente black, passa da un growl profondissimo ad uno screaming che esprime al meglio l’ esasperazione di vivere in questa spiacevole situazione.
Insomma, senza dilungarmi troppo: è un disco che riesce ad esprimere la sofferenza psichica coerentemente e in modo del tutto personale. Un disco accessibile a una cerchia ristretta di persone che sapranno amare e immedesimarsi in quel che si potrebbe considerare un lavoro al confine tra musica e rumore. 

Federico C.

8.5/10

A.L.N. - Tutto

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