Recensione: Intracranial Purulency - Eugenic Post-Coital Self Crucifixion
L’italia nasconde un sacco di
band.
Alcune valide, altre meno, altre
inutili. C’è davvero tanta roba.
In particolare più si scende
lungo lo stivale, più queste diventano estreme. Ed è proprio in Puglia che
andiamo oggi, culla delle band più estreme della scena underground italiana.
Andiamo più precisamente a Bari,
capoluogo di regione e casa degli Intracranial Purulency, ragazzacci dediti a
un Brutal Death/Slam divertente e marcissimo.
Dopo aver dato alle stampe (auto
producendosi) un EP nel 2015, ecco che la band si rintana in studio per
registrare “Eugenic Post-Coital Self Crucifixion” (titolo che è tutto un
programma), disco di debutto pubblicato dalla Rotten Music.
Ad accoglierci è una voce
maschile profonda e inquietante accompagnata da una seconda voce femminile
estremamente disturbante, formando una piccola intro che riscalda l’orecchio
dell’ascoltatore. Ecco che inizia “Ingesting Neonatal Remains” (potete
tranquillamente immaginare di cosa parla il testo). Tempi dispari, pitch
armonics, doppia cassa martellante e gutturali profondissimi. Questa è la
formula degli Intracranial Purulency, che portano all’estremo quanto detto
prima nel loro debutto. Il disco quindi si mantiene su questi canoni, senza “uscire”
dalla safe zone.
A impreziosire il tutto troviamo
due ospiti alla voce: parlo di Francesco Todisco dei Desecrate Incision e
Giovanni Lefemine degli Human Slaughterhouse, rispettivamente nella traccia 4 e
nella titletrack.
Il disco è un ottimo insieme di
serietà, marciume e trash (presente soprattutto per due passaggi, un “La Borra”
e un “Ruuuun Bitch Ruuun” posti a spezzare la tensione creatasi in un paio di
brani).
Insomma, gli Intracranial hanno
confezionato un disco di tutto rispetto. Serio e divertente, marcio e pulito.
La band è conscia di quel che fa,
sa che il genere che suonano può essere estremamente ripetitivo, fattore che
per forza di cose troviamo anche qui. Ma la band gioca d’astuzia: i brani sono
brevi e limitati a 8, in modo da non far stancare mai l’ascoltatore e da far
scorrere l’ascolto molto piacevolmente.
Prodotto in maniera impeccabile,
con ogni strumento che trova il proprio spazio e una drum machine al limite del
realismo, “Eugenic Post-Coital Self Crucifixion” è un signor debutto, che farà
molto felice chiunque ami questo genere. E non possiamo far altro che augurare
il meglio a questi ragazzacci.
Antonio R.
8.5 / 10
Tracklist:
1. Ingesting Neonatal Remains
2. Begging for Gestated Placenta
3. Perineal Degloving
Due to Spina Bifida
4. Leucorrheal Embalment
5. Decreasing Defilement Possibilities
6. Quenched by Prostatic Fluids
7. Miscarried Abomination
8. Eugenic Post-Coital Self Crucifixion
Line-up:
Nico Di Molfetta - Bass
Luca Veneziani - Guitars
Antonio Romito - Vocals
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