Recensione: Death SS - Evil Metal (EP)


Siamo nel 1977, anno che vede la crescente popolarità del movimento punk in tutto il mondo, soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti. Nello stesso anno a Pesaro si forma una band heavy metal, che ha idee molto lontane dagli ideali punk: si chiamano Death SS. Nonostante utilizzino nomi d'arte stranieri, i membri del gruppo sono tutti italiani.
I Death SS nascono dall'incontro tra il cantante Steve Sylvester (Stefano Silvestri) e il chitarrista e organista Paul Chain (Paolo Catena). I due sono uniti dalla passione per il punk e per gruppi come Black Sabbath, Black Widow, Alice Cooper e Kiss.
A loro si uniscono in seguito un secondo chitarrista, ClaudGalley (Claudio Galeazzi), il bassista Danny Hughes (Daniele Ugolini) e il batterista Tommy Chaste(Tommaso Castaldi).
Caratteristica peculiare del gruppo è l'interesse verso i temi dell'occulto, del satanismo e dell'orrore. I membri della band, infatti, rivestono ognuno il ruolo di un personaggio ispirato a storie di terrore (il vampiro, la morte, il negromante, il licantropo, lo zombie, la mummia).
La band pubblica due demo-tape, The Horned God Of TheWitches nel 1981 e il secondo, Demo II , l’anno successivo; dopo una serie di sfortunati eventi, Steve Sylvester abbandona il gruppo nel 1982. Paul Chain decide di far proseguire l'attività dei Death SS assieme a Galley e Chaste sostituendo Sylvester con un altro cantante, Sanctis Ghoram (Piero Gori). Il 1983 è l’anno dell’EP Evil Metal, debutto vero e proprio dei nostri Death SS, che però viene presto ritirato dal commercio a causa della presenza di difetti di incisione imprevisti nelle copie distribuite.
Nel 1987 l’EP farà parte di The Story of Death SS. 1977-1984, un album che raccoglie le canzoni della band e che, secondo le parole di Paul, vuole commemorare "un gruppo avanguardistico per quegli anni".


Evil Metal parte con Chains Of Death, una canzone che parla del destino triste che attende ognuno di noi. Secondo i Death SS non possiamo far nulla per evitare la morte: siamo nati per morire.
La canzone si apre con dei riff heavy e doom, a cui seguono bridge di cori eseguiti dagli altri componenti, il tutto arricchito da una bella interpretazione da parte di Sanctis. A metà canzone, entriamo in terre speed metal, dove troviamo riff di basso che si sposano magicamente con riff e assoli divertenti di chitarra, che ci accompagnano fino alla fine della canzone.
Canzone abbastanza semplice, con i suoi oltre 6 minuti di durata è la canzone migliore a livello tecnico.
È la volta di Inquisitor.
Come denota il titolo della canzone, ci troviamo in un tribunale dell’ inquisizione medievale, dove colui che ha rinnegato il Signore verrà punito, prima passando attraverso molteplici torture e poi scontando le sue pene in prigionia; segue la pena di morte, dove il giudicato viene messo al rogo.
L'inizio della track ricorda un po' i Black Sabbath; dopo un breakdown la band ci dà dentro, rientrando nello speed metal di stampo NWOBHM (ricorda molto i Diamond Head). Ritroviamo cori accompagnati dall’interpretazione oscura del cantante (è lui il nostro inquisitore).
Purtroppo siamo già giunti alla fine dell’EP. Non ci resta che ascoltare Schizophrenic, una canzone semi-strumentale. Non ci sono liriche, ma solo delle parti vocali; questa volta, però, troviamo alla voce il chitarrista Paul Chain.
Schizophrenic si apre con dei riff di chitarra speed, subito dopo si può udire la voce di Paul, il quale farfuglia qualcosa, singhiozzando (ok, apparentemente abbiamo anche uno schizofrenico nella band). Non manca la parola schizofrenia, che viene enunciata più volte durante il "ritornello". Segue un breve assolo di Paul che ci trascina nel suo mondo... all'improvviso la strumentale termina, si sentono delle risate strane (sono dei malati di mente quelli che sento). Siamo entrati in vero tema horror. Paolo canta in maniera strana, accompagnato da un organo, un basso elettronico e una voce narrante. Tutto cessa all'improvviso. Per un attimo ho creduto che stessi guardando un film di Joe D'Amato o Lucio Fulci!!
Peccato per la breve durata, questa canzone aveva delle potenzialità a dir poco spaventose!
Il premio atmosfera va però a Schizophrenic!

La produzione non è delle migliori, tuttavia questo contribuisce a conferire alla release una certa atmosfera da film dell'orrore ottantiano.
In copertina troviamo proprio un inquisitore incappucciato, seduto su un trono (probabilmente quello del tribunale), con attorno ragnatele, croci rovesciate e strane creature con tratti umani. Il tutto incorniciato di nero.
Alla fine di Evil Metal, posso dire che i Death SS sono stati i veri inventori dell'evil metal, anzi dell'horror metal. Esatto, dopo l'horror punk dei The Damned e Misfits, rispettivamente in Inghilterra e America, l'Italia, madre patria del più controverso cinema horror, offre terreno fertile per un nuovo sottogenere metal.
Sicuramente se l'EP avesse avuto una durata maggiore e ci fosse stata più esplorazione a livello strumentale, avrebbe guadagnato più riconoscimenti.
Comunque sia, rimane una release storica per noi italiani; la nostra band è stata innovativa e originale, per l'epoca, sia a livello di sound che di immagine, ed è per questo che merita rispetto in tutto il mondo!

Fabio Paparella


Voto
7/10



Tracklist:
Lato A
1.         Chains of Death
Lato B
2.         Inquisitor
3.         Schizophrenic

Line-Up:
Thomas Hand Chaste - Batteria
Claud Galley - Basso
Sanctis Ghoram (R.I.P. 2004) – Voce (traccie 1, 2)
Paul Chain – Chitarra, Voce (traccia 3)




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