Moribundo - Raiz Amarga

Spagna. Un Paese caldo, accogliente, solare. Gente “splendente”, ricca di voglia di vivere. Una buona cucina, feste, divertimento.
Troverete l’esatto contrario di tutto questo in “Raiz Amarga”, disco di debutto degli ispanici Moribundo, combo dedito a un Doom-Death molto cupo e deprimente.
4 tracce, di una durata media di 9 minuti. 4 componimenti oscuri, malvagi e deprimenti. “Vida” trasmette l’esatto contrario di quello che il titolo significa: una canzone lunga, lenta ed estremamente ritmata, spezzata verso il finale da un temporale. Al suo interno trovano spazio anche degli inserti sinfonici,che non fanno altro che incentivare quelle sensazioni. “Antitesis”, il contrario. Un concetto utilizzato per rafforzare quanto detto prima, in un componimento dall’incedere lento e pesante, in cui fa capolino un pianoforte deprimente e greve, sostenuto da dei leggeri e malinconici cori. Lo stesso pianoforte dà il via a un intermezzo operistico, in cui una soprano in lontananza getta un velo di oscurità sull’ascoltatore. Un interludio che serve giusto da pausa prima della seconda parte, sempre lenta e malinconica.
Ha inizio quindi il secondo brano più lungo del disco. “Suicidio Ilustrado” alza il tiro, accellerando un po’ il ritmo (ma non più di tanto) e appesantendo il sound, senza abbandonare minimamente le sensazioni delle precedenti canzoni. Abbiamo il pianoforte deprimente, i riff in vibrato messi in sottofondo, il growl cavernicolo di Luis Miguel. Ma con una dose sufficiente di aggressività, cosa che rende il brano diverso dalle precedenti.
Siamo giunti alla fine. La pioggia ci accoglie: subito un violino fa capolino sotto le gocce. Ma è una falsa quiete, un relax apparente. Come un tuono fa la sua entrata la band, con riff veloci e blast beat secchi. Una questione di istanti però: il tutto rallenta improvvisamente, le chitarre si fermano e l’atmosfera è affidata a batteria e piano. Dura poco anche questo pezzo, che lascia spazio a dei piccoli inserti elettronici, che rendono l’atmosfera, opprimente e cupa, stranamente ariosa. Il Death classico entra prepotente, ma lascia spazio sul finale a una ripresa della sezione iniziale. Il tanto amato pianoforte ci accompagna, con le sue ultime note, alla fine.
Raramente capita di ascoltare dei debut così unici e ben fatti: i Moribundo son riusciti a confezionare un disco sublime, carico di atmosfere tetre e deprimenti, alternate a parti più pesanti e brutali, anche se poche, messe al confronto. Un disco obbligatorio per ogni amante del genere, che riesce comunque a dire qualcosa di nuovo, offrire spunti freschi e originali, rendendo il distacco con i suoi simili quasi netto.
Peccato solo per la produzione, abbastanza grezza vista la mole di dettagli che il disco contiene, obbligando quindi l’ascoltatore ad ascoltarlo più volte, per poterne carpire tutti i dettagli e le sfumature.

Antonio R.


8.5/10


Tracklist:
1.            Vida      
2.            Antitesis             
3.            Suicidio ilustrado            
4.            Luz (Ciego color)

Line-up:
Evilead - All instruments
Mortvs Vyrr - Lyrics
Luis Miguel Merino - Vocals


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