Recensione: Nemexist - Warmaster's Blood
Dopo 7 anni di gavetta
accumulata tra live, lavoro e studio, ecco giunto finalmente il momento di
rilasciare il disco di debutto per i bitontini Nemexist, che finalmente
rilasciano “Warmaster’s Blood”, disco in cantiere da più di 4 anni.
Ma sarà valso effettivamente
tutti gli anni di lavoro? Scopritelo insieme a noi, e buona lettura!
Ad alzare il sipario è
“The Risen”, che parte calma e inquietante grazie a un ritmo ripetuto di
pianoforte, al quale pian piano si aggiungono gli altri strumenti creando una
canzone che parla di dolore e rinascita, con del death molto influenzato dal
Doom. “Fateless” continua su questi canoni, mettendo in discussione tematiche
come religione, fede e credenza, con l’aggiunta di una sfuriata black nel mezzo
della canzone, che arriva come un tornado in piena forza. “The Awakening” porta
con sé le atmosfere cupe e tristi che ci hanno accompagnato fino a questo
punto, parlandoci sempre di odio, caduta e rinascita, morte e disperazione,
temi già diventati abitudine nel disco. Anche “Silent Insurrection”, anche se
affrontando una tematica particolare come l’auto riflessione, non si discosta
dai canoni dettati fino ad ora, ma ecco che il velo di noia e ripetetività che
stava calando viene spazzato via da “The Path Among the Shadows”, traccia
strumentale molto atmosferica e cupa, quasi inquietante. “Subconscious Slavery”
ci riporta con i piedi per terra, liberandoci da quel limbo in cui la
precedente ci aveva intrappolati, e lo fa con rabbia e velocità, essendo questa
una delle canzoni più pesanti e veloci del disco, spezzata solo da un piccolo
breakdown orientaleggante. “Instinct of Rebellion” rincara la dose dopo una
intro acustica e pacata, grazie a una sfuriata Black da torcicollo che non
tende per nulla a rallentare.
Siamo giunti al
capitolo finale, la titletrack. La traccia inizia con calma, un ritmo tribale
di tamburi cresce con l’avanzare dei secondi, e le tastiere creano un’atmosfera
solenne che si ferma all’improvviso, per lasciare subito il post a un riff
veloce e al cardiopalma. La canzone continua alternando sezioni “melodiche” a
parti veloci e tecniche fino a metà della sua durata totale, quando una parte
di tastiera divide in due la traccia, che si chiude con un ultimo assolo.
Il sipario cala: si
rimane in silenzio ad assimilare quello che si è appena ascoltato e a
riflettere sul suo valore.
“Warmaster’s Blood” è
un debutto coi fiocchi e, seppur presenti qualche difetto tecnico e di
produzione e la durata delle canzoni tenda a essere un po’ elevata, tutto
sommato ci troviamo di fronte a un disco solido e maturo, pur trattandosi di un
debutto.
Alberto & co. ne
hanno sfornato uno buono, e non possiamo fare altro che attendere un secondo
album con delle aspettative abbastanza elevate.
Antonio R.
VOTO
7.5/10
Tracklist:
1.
The Risen
2.
Fateless
3.
The Awakening
4.
Silent Insurrection
5.
The Path Among Shadows
6.
Subconscious Slavery
7.
Instinct of Rebellion
8.
Warmaster’s Blood
Line-Up:
Vito Alberto Colapinto – Voce, chitarra, drum programming e synth
Raffaele Intranuovo – Chitarra
Mario Enrico Petruzzelli – Basso
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