Recensione: De La Muerte - Venganza
I De La Muerte sono una di quelle band che riconosci
all’istante, non appena parte una loro canzone, soprattutto dopo averli
conosciuti in sede live, dove riescono addirittura a superare la loro
prestazione su disco (è un complimento, sia ben chiaro!)
Dopo l’ottimo debutto self-titled uscito nel 2015 per
Bakerteam Records, ecco il ritorno sulle scene dei romani, creatori di un sound
hard’n’heavy molto personale e originale.
E ritornano portandosi dietro la firma fresca di inchiostro
con Revalve Records e un tour italiano a supporto della leggenda Russell Allen,
tra cui una spettacolare data a Bari per i pochi devoti presenti tra il
pubblico.
Ma com’è Venganza?
Il disco si apre in modo “canonico”, soprattutto per chi ha
ascoltato il debut della band. L’intro e le successive quattro canzoni sono in
classico stile De La Muerte, però inizia a fare capolino qualche influenza. La power ballad “Heart of Stone” spezza
leggermente l’atmosfera, regalandoci una sentimentalissima ed emozionantissima
ballad. “Death Engine” sembra presa
direttamente dai Motörhead, senza però esserne una copia, anzi, la band riesce
anzi a mettere la propria personalità e il proprio sound nella traccia. Il
disco però ci sorprende, procedendo su strade più sperimentali, toccando
addirittura del symphonic in “Horizon”, canzone molto potente a livello emotivo.
Ma dov’è il Messico, da cui tanto la band trae ispirazione?
Premetto che è presente in tutto il disco, grazie alle sue sonorità calde e
latine, ma in questa canzone lo troviamo in tutto il suo splendore: sto
parlando di “Cancion dei Mariachi”. Nel primo album c’era “Malaguena Salerosa”
(conosciuta ai più per la versione di Miguel Mejia). In questo disco, tocca a
“Cancion dei Marachi”, famosa per essere suonata da Antonio Banderas in Desperado,
film del 1995. Qui la band dà il meglio di sé, toccando uno dei punti più alti
del disco, soprattutto nel meraviglioso assolo di chitarra finale.
Siamo alla fine. “Scream of Madness”, dalla gradevolissima
durata di 8 minuti, chiude il disco. La canzone si apre con Gianluca
Mastrangelo che, con la sua voce carismatica e potente, ci mostra anche quanto
può essere delicato, sostenuto da un coro quasi “da chiesa”. La canzone si apre
definitivamente su una sezione prog a cui segue
una thrash, per finire sul classico stile De la Muerte.
“Venganza” si potrebbe definire come una evoluzione del
predecessore: parte in maniera quasi uguale al primo disco, ma dalla ballata in
poi cambia quasi drasticamente, lasciando libero spazio a sperimentazioni e
influenze, staccandosi in modo netto da “De la Muerte”. Un ottimo secondo
album, che non fa altro che confermare i De la Muerte come una delle band con
più potenziale e originalità della scena italiana.
Antonio R.
VOTO
8/10
Tracklist:
01 - Theme
of Revenge
02 - De La
Muerte
03 - Lady
Death
04 - The
Last Duel
05 -
Gambling in Hell
06 - Heart
of Stone
07 - Death
Engine
08 - How Do
You Feel?
09 -
Horizon
10 -
Canción del Mariachi
11 - Scream
Of Madness
Line-Up:
Gianluca Mastrangelo – voce
Gianluca Quinto – chitarra
Christian D’Alessandro – chitarra
Claudio Michelacci – basso
Luca Ciccotti – batteria
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