Recensione: Tool - 72826 (Demo)
Facciamo un salto nei primi anni ’90, anni che come ben
sapete, hanno visto una veloce evoluzione dell’industria musicale. In ambito
rock e metal si sviluppò una corrente a Seattle, denominata Seattle sound,
meglio conosciuto come grunge. Da questo movimento vengono fuori band come
Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden, Alice In Chains, ecc…
Spostandoci a Los Angeles (California), nel 1990 alcuni
giovani decidono di formare una band di nome Tool, il cui nome deriva da un
nomignolo che si assegnava nei marines, di cui il cantante faceva parte. Con
Maynard James Keenan (ex TexA.N.S. e Children Of The Anachronistic Dynasty)
alla voce, Adam Jones (ex Electric Sheep) alla chitarra, Danny Carey (ex Green
Jellÿ, Pigmy Love Circus e Carole King) alla batteria e Paul D’Amour al basso,
la band è al completo e il 21 dicembre dell’anno seguente decidono di
pubblicare una cassetta demo dal nome “72826”, conosciuta anche come “Toolshed”
o semplicemente “Tool”. Ne saranno stampate solo 1500 copie.
Tutte le canzoni saranno in seguito ri-registrate: le
tracce 1-2-3-6 le ritroveremo nell’EP “Opiate” del 1992 (la 1 e la 6 in
versione live), mentre la 4 e la 5 nell’album di debutto “Undertow” del 1993.
“Cold And Ugly”
I Tool aprono le danze con dei riff heavy, seguiti dall’urlo
arrabbiato di Maynard. Dopo un breakdown entriamo subito nel mood della
canzone, che presenta linee vocali pacate nelle strofe, raschiate nei bridges e
nei ritornelli. Siamo a metà canzone e la strumentale rallenta. Ad un certo
punto udiamo dei riff di basso eseguiti da Paul, in pieno stile grunge, seguito
poi da un breve assolo di Adam. Nell’ultima strofa, sentiamo Maynard che canta
in maniera più rabbiosa, per poi chiudere con un ultimo urlo.
Il testo riguarda una donna troppo spaventata, a tal punto
da restare distante dal suo compagno, altrettanto spaventato.
Traccia sporca e d’impatto, con un testo alquanto
misterioso. Un bell’inizio.
“Hush”
Hush, ovvero silenzio, rappresenta quello che pensiamo, ma
che non possiamo dire a causa della società (I can't say what I want to, even
if I'm not serious.
I can't
say what I want to, even if I'm just kiddiiiiingg!)
Apre la canzone il batterista ed entriamo in contatto con
l’atmosfera semplice e divertente dell’alternative metal.
La canzone presenta strofe leggere e ritornelli brevi di
facile presa. Dopo il secondo ritornello, i Tool ci danno dentro, rendendo la
canzone più potente: inizia il pogo vero!
“Part Of Me”
L’intro spetta di nuovo a Carey, accompagnato poi da
D’Amour e Jones.
A metà canzone sentiamo l’unico pig squeal, mai eseguito
prima d’ora, da Keenan. Durante la seconda tranche della track, il cantato e la
chitarra si fanno più duri.
Nella prima strofa capiamo che, secondo la band, è
possibile conoscere una persona meglio di quanto non si conosca se stessi. “Sei
solo una parte di me” è un verso della canzone, che sostiene che l’Altro può
farci solo da contorno, quindi diventare nostro sottomesso: non può parlare, né
giudicare, né andarsene e neanche farci del male. Il suo compito è solo quello
di arrendersi ed essere usato da noi.
Sequel gradevole del precedente brano.
“Crawl Away”
L’apertura del lato B della cassetta è affidata a “Crawl
Away”.
Parte con un piccolo overdrive di chitarra, seguito da un
riff heavy. Quando anche il basso e la batteria raggiungono la chitarra,
entriamo nel pieno del Seattle sound misto all’alternative.
Come per la prima traccia, troviamo anche qui strofe calme,
seguite da ritornelli più pesanti. Intorno ai 3 minuti la strumentale si
arresta e il cantante pronuncia ripetutamente “this is my love for you”, fino a
trascinarci in una parte da handbanging, arricchita da plettrate alternate
(alternate picking). Un altro rallentamento della strumentale e si riparte col
grunge più pesante, che si conclude col tipico yelling di Maynard.
Nelle liriche abbiamo una ragazza che va via dal ragazzo,
il quale ha cercato di mantenere invano il possesso della ragazza. Il giovane
vede che lei va via e sarebbe capace di pugnalarla alle spalle, se avesse un
coltello. E così abbiamo anche il seguito di “Part Of Me” nelle liriche!
“Sober”
Segue Sober, una canzone che veniva suonata precedentemente
dai C.A.D. (band ottantiana di Maynard citata in apertura). Questa versione,
invece, presenta una velocità inferiore a quella del 1987 e possiede già
l’atmosfera “tooliana” (NdR), tipica dei successivi lavori del gruppo.
Linee di basso, accompagnate da un feedback di chitarra (in
stile Napalm Death), danno il via alla quinta canzone.
Anche qui si entra subito nel mood, malinconico sin
dall’inizio, che lo diventa ancor di più nel ritornello.
A livello di liriche, tutto sembra suggerire che il
liricista vuole liberarsi dai suoi problemi con l’alcool, per iniziare una
nuova vita.
“Jerk-Off”
Così giungiamo alla fine del nostro viaggio nel passato dei
giovani Tool.
Nel testo il liricista sa che esiste giusto e sbagliato e
le punizioni dovrebbero essere inflitte a chi osa oltrepassare il limite. È
stanco di aspettare e pensa di agire, sparando l’Altro con un colpo di pistola
alla testa, dopo averlo torturato.
Maynard fa del suo meglio, alternando fasi in cantato più
calme, con fasi in yelling più dure; infatti durante la canzone, le parti in
yelling si fanno sempre più pesanti, fino a raggiungere il culmine con uno
scream di ben 10 secondi, che diventa sempre più acuto.
Con il suo grunge più heavy, “Jerk-Off” è senz’altro la
canzone più dura della demo.
In questa demo ci sono molti aspetti apprezzabili. Alcuni
esempi sono:
l’apertura e la chiusura di “Cold And Ugly”: in entrambe
Maynard esegue il suo tipico yelling. Una trovata ben inserita nel contesto;
“Hush” e “Part Of Me” sembrano quasi essere collegate. Non
a caso, nella versione dell’EP seguente a “72826”, le canzoni saranno unite da
un effetto;
“Sober” è il brano adatto per spezzare al meglio l’atmosfera
data dall’ alternative;
Notevole è la resistenza del cantante James Keenan
nell’eseguire lo scream.
Unico difetto è la stessa atmosfera, che è uguale nella
maggior parte delle canzoni.
Il nome della cassetta “72826” non è un numero casuale, ma
è la sequenza dei numeri presenti sulla tastiera dei vecchi cellulari: premendo
quei numeri si poteva scrivere la parola SATAN!
Sulla copertina della musicassetta è raffigurata una chiave
inglese a forma di pene, il tutto incorniciato di nero.
Devo dire che come prima release, i giovani componenti dei
Tool ci hanno presentato un prodotto molto gradevole, aiutati anche dalle
esperienze pregresse nelle loro prime band!
Consiglio la demo “Tool” a tutti gli appassionati della
band. Avrete modo di conoscere i Tool
dal sound ancora acerbo, sicuramente diversi da come li conosciamo oggi, ma con
tanta grinta e voglia di sfondare nel mondo della musica.
Fabio P.
VOTO
7/10
Tracklist:
1. Cold
And Ugly
2. Hush
3. Part
Of Me
4. Crawl
Away
5. Sober
6. Jerk-Off
Line-Up:
Maynard James Keenan – Voce
Adam Jones – Chitarra
Paul
D'Amour – Basso
Danny
Carey – Batteria
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