Recensione: Sentient - Sentient (Demo)
Dopo aver scritto un paio di recensioni scelte da me, mi
occupo di una band italiana. Sto parlando dei torinesi Sentient, gruppo formato
nel 2015 dal cantante e chitarrista ritmico Benito Stavolone. In pochi mesi si
aggiungono Andrea Giovene alla batteria e Gianmarco Sciortino alla chitarra
solista. Dopo aver rilasciato una prima versione di “Spectres In The Fog”,
quasi un anno dopo la nascita della band, completa la formazione il bassista
Lorenzo Amari. Così decidono di registrare la demo omonima “Sentient”:
rilasciano nell’Aprile di quest’anno il singolo "Inhale The
Existence" e l’1 di settembre l’intera demo.
Il disco si apre con parti di tastiera che danno subito una
sensazione di freddo, accompagnate dai duri e altrettanto freddi riff blackened
thrash in pieno stile Immortal; i riff, arricchiti dal growl di Stavolone,
creano il mood di “Inhale The Existence” con sezioni melodic death nei
ritornelli.
Questa canzone ci racconta di un samurai che non riesce più
a seguire il bushido, per colpa dell’amore che prova verso una donna.
In un battibaleno arriva “Wisdom Of Apathy”, che parla della
leggenda di Han’nya (il demone femminile geloso della tradizione giapponese).
Il brano è più lento e introspettivo del precedente, grazie
anche al batterista che picchia lentamente e pesantemente sulla batteria.
Arriva la parte migliore intorno ai 3 minuti: tutto si appesantisce ancora e il
buon uso del doppio pedale di Giovene, ci introduce ad una sezione da head
banging martellante, sezione seguita da un piacevole riff á la Death; tutto
questo per poi arrivare al freddo sound melo-death di stampo svedese.
Il pogo più violento può avere inizio: parte come un treno
il thrash di “Descend From Heaven”, che rallenta però subito per dare spazio a
sezioni più lente e melodiche, per poi riprendere tutta la sua velocità
iniziale. Conclude la canzone una piccola parte in stile slayeriano (NdR).
Il testo parla della battaglia di Susanoo (una delle principali divinità
(Kami) dello shintoismo, noto come il dio delle tempeste e degli uragani) contro la Yamata no orochi (un mostro
appartenente alla mitologia shintoista, raffigurato come un serpente).
Col riff orientaleggiante (mood principale della canzone) di
Sciortino, prende vita “The Ancient Desire”.
Questa canzone, cadenzata nelle strofe, presenta bridges e
ritornelli dalla melodia davvero godibile, conditi dal growl profondo e freddo
del cantante.
Sicuramente conoscerete il drago Shenron dell’anime Dragon
Ball. Ebbene, il testo parla di draghi che possono esaudire i desideri delle
persone d’animo puro.
Apertura con muro di suono con mini-tremolo, riffs
black-thrash veloci, growl più profondi e scream più acuti che mai: sono le
coordinate di “Spectres In The Fog”, la fine dell’EP.
A metà brano, degli arpeggi di chitarra acustica conditi con
un assolo di Sciortino fanno provare un piacevole brivido di frescura.
Il testo allude a un uomo che segue ciecamente gli ideali
degli altri, infatti egli viene paragonato ad un’inutile ombra nella nebbia.
Grazie alla sua potenza, agli intermezzi interessanti e ai
vari tecnicismi finali, questa è la miglior canzone del lotto.
L’artwork mostra una persona, a sei braccia, in posizione di
meditazione, che levita. È possibile osservare i suoi legamenti muscolari,
delle spine e dei tentacoli, fuoriuscire dalle spalle. Alle sue spalle c’è una
cascata e sulla sommità della copertina troviamo il logo dei Sentient. In
copertina predominano le tonalità di grigio e il bianco, a parte per gli
oggetti che ha in mano (un uomo, un albero, un mappamondo tridimensionale, due
cristalli e un bastone da sciamano. Ci sono dei riferimenti a Buddah.
In questa release ci sono particolari che sento di dover
esporvi:
durante la seconda canzone, si possono udire dei riverberi,
dovuti all’alto mixing della chitarra, basso e grancassa della batteria: questo
conferisce quel senso di pesantezza in più (che non guasta);
nella traccia 4, invece, ho apprezzato il growl eseguito
nella prima parte della strofa, che si tramuta in scream-black nella seconda
parte: è nei versi 3 e 4 del testo che la persona implora il drago, affinché
esso lo protegga. Il tutto con una buona scelta di linee vocali ;
apprezzabile è il fatto che proprio nell’ultima track, la
band dia libero sfogo alla sua rabbia, infatti troviamo bridges black metal in
blast beat, che introducono ritornelli molto melodici.
Se la demo avesse contenuto qualche traccia in più, mi
avrebbe sfamato di più. Alla fine dell’ultima canzone mi son detto: “ma come, è
già finita?”.
La release mostra un buon accostamento tra melodic death
metal svedese e thrash metal, con sprazzi black metal. Proprio date le diverse
sfacettature, avrei voluto che mi emozionassero di più e un po’ più di
sperimentazione avrebbe sicuramente giovato alla release
Tutto sommato “Sentient” possiede un buon songwriting e una
buona produzione per essere una demo.
I torinesi hanno delle potenzialità. Spero che al più presto
veda la luce un loro full-length!
Fabio P.
Curata da Sergio I. R.
VOTO
7/10
Tracklist:
01. Inhale the Existence
02. Wisdom of Apathy
03. Descend from Heaven
04. The Ancient Desire
05. Spectres in the Fog
Line-Up:
Lorenzo Amari - Basso
Andrea Giovene – Batteria
Gianmarco Sciortino – Chitarra solista
Benito Stavolone – Voce, Chitarra ritmica
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