Recensione: Humanity Zero - Withered in Isolation
Gli Humanity Zero sono un gruppo deathdoom metal proveniente dalla Grecia.
La loro discografia è composta
da 8 album in studio, nessuna Demo, nessuno split e nessuna compilation in
quasi 15 anni di carriera della band. Le loro canzoni fanno riferimento
essenzialmente a quattro tematiche, ossia il nichilismo, la misantropia, l’odio
e la morte. Il loro sound è caratterizzato da elementi graffianti, grezzi ma
melodici allo stesso tempo che si discostano dal death nudo e crudo.
In questa recensione andremo
ad analizzare il loro ultimo lavoro, ossia “Withered
in Isolation”, prodotto e rilasciato dall’etichetta Sathanas Records in data
27 giugno 2017.
Soffermiamoci ad osservare la
copertina dell’album, la quale rappresenta una mummia con addosso un copricapo
che pare velluto misto a sangue secco, avvolta nell’oscurità di una grotta o di
una bara. Le braccia esili, calcificate dall’eterno riposo e raggrinzite dal
tempo, sono unite a formare uno scudo dove le mani sono intente a tappare la
bocca, come a bloccare un eterno lamento. Lo sguardo cieco e terrorizzato rende
la copertina più inquietante e misteriosa.
Le canzoni presenti in questo
album, nove in tutto, scandiscono la progressiva tumulazione del cadavere, dal
momento di lucida follia mortale a quello che lo porta a confinarsi in una
prigione fatta di oblio e desolazione. Infatti, se guardiamo bene i titoli di
ogni canzone, il tutto suggerisce un’atmosfera dove si definisce l’excursus
mortale di una persona in una lenta e melodica agonia dei sensi e della mente:
Withered In Scars -> appassito nelle
cicatrici
Away From The Light -> lontano dalla luce
Reveries Of My Stained
Mind -> fantasticherie
della mia mente malata
Fading In A
Cryptic Obscurity -> sbiadendo
in una criptica oscurità
Solitary Confinement -> confinamento in
solitudine
Horrendous Growls -> lamenti orrendi
Blood Redemption -> redenzione del
sangue
The Dungeon -> la prigione
Premonition -> premonizioni
Anche il ritmo è progressivo
ed ogni canzone è ben distinta da elementi melodici e growl sofferenti. Con
riff ben strutturati e voce bilanciata in base al ritmo degli strumenti, il
disco è piacevole all’ascolto e non annoia, in quanto il sound risulta
eterogeneo e a tratti solenne ed imperioso.
Nel complesso si può definire
un bell’album, molto bello ed elaborato, valido e assai fruibile dagli amanti
del genere e da coloro che si preparano ad ascoltare del death metal dai toni
funerei. Complessivamente si merita un 7 e un ascolto prolungato per poter
percepire perfettamente il sound nelle sue sfumature.
Silvia S.
VOTO
7/10
Tracklist:
01. Withered In Scars
02. Away From The Light
03. Reveries Of My Stained Mind
04. Fading In A Cryptic Obscurity
05. Solitary Confinement
06. Horrendous Growls
07. Blood Redemption
08. The Dungeon
09. Premonition
Line-Up:
Giannis Grim – Voce
Vaggelis Vee Kappa – Chitarra solista
Stelakis – Violino
Dimon's Night – Batteria, Chitarra
Ritmica, Basso, Tastiere
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