Recensione: Butcher Babies - Lilith
Il
2017 è un anno indimenticabile. Abbiamo avuto fino a ora un sacco di album
validi, da altrettante valide band. Per la maggior parte tutte ottime sorprese,
ritorni in grande stile, album inaspettatamente troppo belli e debut da
antologia.
Ma
c’è sempre l’eccezione alla regola.
“Lilith”
è il terzo album in studio delle Butcher Babies, formazione americana
capitanata dalle due frontwoman più rifatte della scena.
La storia ci ha
insegnato che il terzo album è quello della svolta, di solito è il disco più completo
della band, e per molte di queste rimane il migliore anche dopo diversi anni.
Non
in questo caso.
“Lilith”
non fa altro che riprendere le sonorità dei due vecchi album e aggiornarle,
niente più.
Non
troviamo grosse novità, maturità, o chissà cosa.
I
riflettori sono sempre puntati su Heidi e Carla, che non lasciano per un
secondo i rispettivi microfoni, arrivando a stancare già dalla quarta canzone,
rendendo estremamente difficile l’arrivare alla fine del disco.
Il
problema è che la band di supporto è anche valida, si toccano comunque lidi
anche abbastanza estremi delle volte, ma la voce acuta delle due cantanti
peggiora il tutto.
C’è
da dire però che le prime 3-4 canzoni si lasciano ascoltare molto facilmente,
ma quando arriviamo a tracce come “Controller” o “Look What We’ve Done” la
voglia di interrompere tutto e mettere su Urn è tanta.
Ma
c’era da aspettarselo.
In
conclusione, “Lilith” è (fino ad ora) il punto più basso, musicalmente
parlando, di questo incredibile 2017.
Un
disco fatto di plastica, con poco mordente e voglia di innovarsi, che funge
esclusivamente da palco per le due (pessime) cantanti.
Per
non parlare di “Pomona”, una canzone a dir poco fastidiosa.
Da
evitare.
Antonio
R.
VOTO
4/10
Tracklist:
1. Burn The Straw Man
2. Lilith
3. Headspin
4. Korova
5. #iwokeuplikethis
6. The Huntsman
7. Controller
8. Oceana
9. Look What We’ve Done
10. POMONA (Shit Happens)
11. Underground And Overrated
Line-Up:
Heidi
Shepherd – Voce
Carla
Harvey – Voce
Jason Klein – Basso
Henry Flury – Chitarra
Chrissy Warner – Batteria
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