Recensione: Leprous - The Congregation
In attesa del nuovo
disco della band “Malina”, in uscita il 25 agosto di questo stupendo 2017,
ripercorriamo insieme quel capolavoro che è “The Congregation”, ultima fatica
discografica uscita nel Maggio di 2 anni fa.
Cosa succede quando si
trasforma l’eleganza in musica?
Non è cosa per tutti:
per farlo bisogna avere una preparazione tecnica disarmante, in modo da poter
gestire e usare al meglio ogni possibile tecnica e stratagemma musicale
esistente, bisogna avere assoluto controllo sullo strumento che si suona e,
cosa più importante, totale libertà creativa.
Usando il tutto per un
unico scopo, un unico obiettivo finale: eleganza e maturità.
I norvegesi Leprous rappresentano tutto ciò: giunti
al loro quarto album in poco più di 14 anni hanno variato la loro proposta
musicale, giungendo fino alla loro opera più matura e complessa, “The Congregation”.
Il disco parte subito
sfoderando gli artigli: già dal primo minuto sappiamo benissimo che quello che
stiamo ascoltando, quello che ci troviamo davanti, non sarà un ascolto facile e
banale, ma un ascolto che ci aprirà la mente e il cuore: la proposta della band
di Notodden è articolata, studiata e per niente scontata.
Sin dalla prima “The Price” troviamo dei riff molto
articolati, basati sui tempi dispari dettati dalla batteria, il tutto
arricchito alla perfezione dalla tastiera di Einar Solberg, che con la sua voce
calma e rilassante dona alla traccia, e al disco, un’aura nera ed oscura, calma
e pacata.
La cosa che rende la
band diversa dalle altre è il sound: leggero ed etereo, uniscono alla
perfezione progressive ed alternative, creando un’atmosfera, come detto in
precedenza, elegante, cupa ma anche molto romantica.
Il disco procede su
questa direzione, toccando punte estreme con l’aggiunta di qualche scream, e
passando per lidi più melodici, che accentuano a dismisura le emozioni
trasmesse dalla musica del quartetto.
Notevole come il disco
si evolve cambiando direzione e atmosfere di continuo ma mantenendo un
equilibrio costante tra melodia e pesantezza, riuscendo a trasmettere sempre le
stesse emozioni, ma modificandole quel po che basta a rendere lascolto del
disco piacevolissimo e mai stancante.
Da notare anche il
fatto che l’album diventa sempre più leggero e melodico con l’incedere del
minutaggio, fino alla conclusiva “Lower”,
traccia molto melodica e riflessiva.
Insomma, i Leprous
hanno tirato fuori un disco rispettabilissimo e notevole, che mostra una
maturità notevolissima e spiccata, riuscendo a creare eleganza e raffinatezza,
il tutto coperto un un sottile velo di oscurità e tristezza.
Antonio Rubino
Antonio Rubino
Voto:8 / 10
Tracklist:
01 – The Price
02 – Third Law
03 – Rewind
04 – The Flood
05 – Triumphant
06 – Within my Fence
07 – Red
08 – Slave
09 – Moon
10 – Down
11 – Lower
Lineup:
Tor Oddmund Suhrke – chitarra e backing vocals
Einar Solberg –
tastiera e voce
Øystein Landsverk –
chitarra e backing vocals
Baard Kolstad –
batteria
Ospite al basso: Simen
Daniel Børven
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